OFF THE WHITEBOARD AND INTO THE REAL WORLD: THE INNOVATION GYMNASIUM

"IF THINGS SEEM UNDER CONTROL, YOU ARE JUST NOT GOING FAST ENOUGH" Mario Andretti

The Person who says it cannot be done not interrupt the person who is doing it" - Chinese Proverb

sabato 12 aprile 2014

L'esperienza di Innovits e la figura dell'iTutor : un ponte tra startup e grandi impresa con tanta concretezza

Lo scorso 10 aprile con l'evento finale che ha premiato la startup - Cloudesire -  che ha raccolto il maggior consenso  dalla giuria di Angels e Venture Capitalists presenti, si è chiusa la quarta edizione dell'esperienza che Innovits organizza ogni anno a supporto delle startup che, selezionate tra giugno e settembre, iniziano un percorso lungo 6 mesi.


Il modello di lavoro di Innovits ha alcune peculiarità (è completamente gratuito, ha una durata significativa,...) e tra queste - quelle che mi preme qui sottolineare - per le ragioni che dirò - sono:

  • il team di Innovits è costituito prevalentemente da persone  con esperienze di lavoro in grandi aziende e con storie di startup presenti o alle spalle;
  • esiste la figura dell'iTutor;
Perchè queste due condizioni dovrebbero essere così importanti?
Leggiamo cosa sta accadendo in queste ultime settimane:
...servono i Corporate venture capital e serve una contaminazione tra la nuova generazione di imprenditori e competenze maturata dalle aziende consolidate...(1)
La recente iniziativa di Assolombarda volta a creare a Milano un ponte tra startup e grandi imprese (2)
Innovits nasce nel 2010 - in tempi non sospetti quando di startup non si parlava se non - forse - su Wired e dal primo giorno alla base del progetto, l'idea di affiancare alla startup la figura di una persona di esperienza - l'iTutor - che potesse "fare la differenza" con il proprio capitale di esperienza e di relazione ( insomma quella contaminazione di cui leggevamo...).
"...abbiamo sempre creduto che non bastasse parlare "solamente" di startup ma che il valore stesse nell'avvicinare due mondi diversi ciascuno con le proprie peculiarità e bisogni."


A questa intuizione - del fondatore e presidente Roberto Sapio - l'investimento negli anni nel rinforzare questa convinzione con un processo selettivo di scelta degli  iTutor ( è più difficile e complesso capire se la persona che hai davanti e che volontariamente si propone di passare - a titolo completamente gratuito - molte serate con degli imprenditori che ancora non conosce, che le startup con le loro idee) e con l'approfondimento   e l'applicazione  di una nuova "disciplina manageriale - Intrapreneurship - che formalizza e dispiega metodi, tecniche ed approcci da startup per contaminare le grandi aziende (si legga il bell'articolo, pioneristico  di Scott D. Anthony - The Corporate Garage).


Insomma, abbiamo sempre creduto che non bastasse parlare "solamente" di startup ma che il valore stesse nell'avvicinare due mondi diversi ciascuno con le proprie peculiarità e bisogni.

Le ragioni per costruire questo ponte in Italia sono diverse ma due, in particolare meritano - a mio avviso - attenzione:

  • le startup italiane fanno fatica a trovare capitali di rischio- i dati AIFI raccontano la storia di un 2013 caratterizzato da appena 83 milioni di euro investiti in startup rispetto ai 135 dell'anno precedente;
  • le PMI italiane soffrono di poco slancio e capacità di lanciare progetti innovativi: il quadro di valutazione dell'Unione sull'innovazione del 2014 appena pubblicato, dipinge un quadro chiaro con tante ombre sulla capacità di innovazione delle nostre imprese.
Sembrano esserci tutte le condizioni perchè questo matrimonio si possa finalmente celebrare  andando oltre la moda "californiana" della startup che cerca per anni soldi che non arriveranno - probabilmente - e che invece può trovare nella natura e struttura delle nostre  imprese ( le famose PMI italiane) un alleato ed un partner (ed anche finanziatore) prezioso e vitale.

Ci sono i bisogni e ci sono alcuni segnali emergenti:


  • le startup, con innovazioni e slancio propulsivo ma senza capitali sufficienti per andare avanti;
  • le PMI (più le medie forse), con capitali e con un bisogno crescente di nuovi motori di crescita e di scouting sistematico di nuove tecnologie e modelli di business;
  • le migliori business school al mondo stanno inserendo all'interno dei loro programmi percorsi che approfondiscono temi come l'innovazione dei modelli di business, la prototipazione, la gestione del portfolio di investimenti in progetti di innovazione, tecniche di scouting ed esplorazione per colmare un gap di competenze e filosofie di management   appiattite solamente sull'execution.
Aggiungo che anche il mercato dei Venture Capitalist  si sta trasformando - come sempre partendo  dagli USA come descrive l'articolo " the Next Generation Model for the Investor -Startup Ecosystem".

"VCs increasingly will need to have industry and operational experts on board  "
Come dire, esperienza non solo di Finanza ma  anche e soprattutto di Gestione, Operations, Business e Tecnologia... non vi ricorda la figura del nostro iTutor?